Passa ai contenuti principali

Lo Stato in allerta: leggere tra le righe della paura. Cosa raccontano i 39 articoli del DL Sicurezza 2025

DL Sicurezza 2025: radiografia di uno Stato in trincea Decreto-legge 11 aprile 2025, n. 48 Capo I Disposizioni per la prevenzione e il contrasto del terrorismo e della criminalità organizzata, nonché in materia di beni sequestrati e confiscati e di controlli di polizia Analisi dell’Articolo 1 Articolo 1 – Introduzione dell'articolo 270-quinquies.3 e modifica all'articolo 435 del codice penale Contenuto normativo L’articolo 1 introduce nel codice penale l’articolo 270-quinquies.3 e modifica l’articolo 435. Entrambi riguardano reati legati al terrorismo e alla sicurezza pubblica. Il nuovo   art. 270-quinquies.3   verosimilmente punisce atti preparatori e condotte prodromiche all’esecuzione di atti terroristici. Non si tratta solo di chi compie l’atto, ma anche di chi si forma, si addestra o partecipa a reti che possano sfociare in terrorismo. L’art.   435 c.p. , invece, viene aggiornato per estendere la punibilità in tema di esplosivi, rendendo più facile colpire condotte p...

Il reato di revenge porn: tutela della libertà sessuale e limiti della querela tacita

.

La Corte di Cassazione ribadisce i principi di tutela della sfera sessuale nella diffusione non consensuale di immagini intime

L'Aula della Corte di Cassazione: tutela dei diritti nella giustizia penale

Introduzione

Il reato di revenge porn, disciplinato dall’art. 612-ter del codice penale, rappresenta una risposta legislativa importante per proteggere la libertà morale e sessuale degli individui. La recente sentenza n. 11743/2025 della Corte di Cassazione affronta il delicato bilanciamento tra prova, riconoscibilità della vittima e validità della querela nei casi di diffusione non consensuale di immagini sessualmente esplicite.

Origine e fondamento del reato di revenge porn

Il reato di revenge porn è stato introdotto nel sistema penale italiano nel 2019, con la legge n. 69 ("Codice Rosso"), a tutela della libertà morale e sessuale dell’individuo contro la diffusione illecita di materiale destinato a rimanere privato.

La norma punisce chiunque diffonda o consegni immagini o video sessualmente espliciti senza il consenso delle persone rappresentate, indipendentemente dalla riconoscibilità effettiva della vittima da parte dei destinatari.

La Cassazione ha precisato che il bene giuridico protetto è la libertà di autodeterminazione sessuale e la privacy, anche quando la vittima non sia riconoscibile.

Applicazione del principio nella giurisprudenza

Nella sentenza n. 11743/2025, la Corte ha respinto il ricorso di un imputato condannato per revenge porn, chiarendo alcuni punti fondamentali:

  • Non occorre che la vittima sia riconoscibile: la mera diffusione di immagini intime senza consenso integra il reato, indipendentemente dall’identificazione.
  • Validità delle prove: uno screenshot fornito volontariamente dalla persona offesa non viola il diritto alla segretezza della corrispondenza e può essere utilizzato come prova.
  • Remissione tacita della querela: la mancata comparizione della vittima all’udienza non equivale automaticamente a remissione tacita se le dichiarazioni sono state acquisite con il consenso delle parti.

Implicazioni giuridiche e sfide attuali

Le principali criticità che emergono sono:

  • Tutela della vittima: la protezione della sfera sessuale deve essere garantita anche contro forme indirette di esposizione.
  • Acquisizione della prova: occorre attenzione nell’equilibrio tra tutela della privacy e ammissibilità delle prove digitali.
  • Corretta applicazione della remissione tacita: è essenziale che il giudice valuti se la mancata comparizione sia effettivamente incompatibile con la volontà di persistere nella querela.

La Corte riafferma l'importanza di non ampliare in modo improprio il concetto di remissione tacita, preservando così l'effettività della tutela penale della vittima.

Conclusione

Il revenge porn continua a rappresentare una grave violazione della dignità e della libertà sessuale. La sentenza n. 11743/2025 rafforza l’approccio rigoroso della Cassazione nella difesa dei diritti delle vittime, riaffermando l’autonomia della tutela penale rispetto alla riconoscibilità della persona offesa e ai formalismi processuali.

Riferimenti normativi

  • Codice Penale, art. 612-ter – Diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti
  • D.Lgs. 10 ottobre 2022, n. 150 – Riforma Cartabia (remissione tacita di querela)
  • Sentenza Corte di Cassazione, Sez. V, 25 marzo 2025, n. 11743

Commenti

Analisi più Letti

Confisca per equivalente Sezioni Unite: confisca diretta solo con prova del nesso causale

‘Ndrangheta Stragista: la Cassazione annulla le condanne all’ergastolo per Graviano e Filippone e dispone un nuovo processo d’appello

Rescissione del giudicato: la tutela del diritto di difesa secondo la Corte d'Appello di Reggio Calabria