Crimini di guerra e giustizia internazionale: il ruolo della Corte penale internazionale nel conflitto russo-ucraino
Il diritto internazionale contro l’aggressione: principi, competenze e limiti della giustizia penale sovranazionale
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La sede della Corte penale internazionale all’Aia: simbolo della giustizia globale contro i crimini che minacciano la pace e la dignità umana |
Introduzione
Il diritto internazionale si confronta con una sfida drammatica: una guerra nel cuore dell’Europa, che sovverte l’ordine giuridico internazionale costruito con fatica dopo le due guerre mondiali. L’invasione dell’Ucraina da parte della Federazione Russa, iniziata nel 2022, ha riattivato gli strumenti della giustizia penale internazionale, chiamata a intervenire contro crimini che ledono l’umanità intera.
Tra questi strumenti, riveste un ruolo centrale la Corte penale internazionale (CPI), istituita con lo Statuto di Roma del 1998, entrato in vigore nel 2002. Il 28 febbraio 2022, pochi giorni dopo l’inizio dell’offensiva, la CPI ha ufficialmente avviato un’indagine su possibili crimini di guerra e crimini contro l’umanità commessi nel contesto ucraino.
1. Origine e fondamento della Corte penale internazionale
La CPI è un tribunale permanente con sede all’Aia, creato per giudicare individui accusati dei crimini più gravi:
Genocidio,
Crimini contro l’umanità,
Crimini di guerra,
e, dal 2018, anche il crimine di aggressione.
La base giuridica della Corte è lo Statuto di Roma, trattato multilaterale che conta oggi 124 Stati Parte. Non ne fanno parte, tuttavia, alcune potenze globali, tra cui Russia, Stati Uniti, Cina e India.
2. La giurisdizione della Corte: chi può essere giudicato?
La Corte può esercitare la sua giurisdizione in tre casi:
Se il reato è stato commesso nel territorio di uno Stato parte dello Statuto di Roma;
Se l’individuo accusato è cittadino di uno Stato parte;
Se il Consiglio di Sicurezza dell’ONU deferisce la situazione alla Corte, anche in deroga alle condizioni precedenti.
Nel caso ucraino, sebbene la Russia non aderisca allo Statuto, l’Ucraina ha accettato la giurisdizione della Corte con due dichiarazioni (2014 e 2015), consentendo quindi l’apertura dell’indagine per i crimini commessi sul proprio territorio.
3. Quali crimini rientrano nella competenza della Corte?
Secondo gli artt. 5–8 dello Statuto di Roma, la Corte può giudicare:
Genocidio: atti commessi con l’intento di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo etnico, nazionale, razziale o religioso;
Crimini contro l’umanità: atti diffusi o sistematici contro popolazioni civili (omicidi, deportazioni, torture, stupri, persecuzioni, ecc.);
Crimini di guerra: violazioni gravi delle Convenzioni di Ginevra e del diritto bellico, come l’attacco a civili o a obiettivi non militari;
Crimine di aggressione: uso della forza armata da parte di uno Stato contro un altro in violazione della Carta delle Nazioni Unite (competenza piena dal 2018).
4. Limiti strutturali e sfide politiche
Nonostante la sua importanza simbolica e giuridica, la CPI si scontra con gravi ostacoli:
L’assenza di poteri coercitivi: la Corte non può arrestare direttamente gli imputati; dipende dalla collaborazione degli Stati;
La politicizzazione della giustizia: in alcuni casi, i procedimenti sono stati percepiti come strumenti geopolitici, minando la neutralità percepita della Corte;
La mancata adesione di grandi potenze: l’assenza di Stati chiave riduce l’universalità del sistema.
5. Il caso Ucraina: tra diritto e realtà
Il 17 marzo 2023, la CPI ha emesso un mandato d’arresto contro Vladimir Putin per il trasferimento illegale di bambini ucraini nei territori russi occupati — un crimine di guerra secondo l’art. 8 dello Statuto di Roma. È la prima volta che un capo di Stato di una potenza nucleare viene formalmente incriminato da una corte internazionale in carica.
Tuttavia, l’effettiva esecuzione del mandato resta incerta, vista l’impossibilità pratica di arrestarlo senza il consenso della Russia o la sua presenza in uno Stato parte disposto a collaborare.
Conclusione
La Corte penale internazionale rappresenta uno degli strumenti più avanzati della civiltà giuridica internazionale. Nel contesto della guerra in Ucraina, essa assume un valore non solo giuridico ma profondamente simbolico: quello di riaffermare, anche nel caos del conflitto, che nessun potere è al di sopra del diritto.
Il futuro della giustizia internazionale dipenderà dalla capacità degli Stati di sostenere e rafforzare istituzioni sovranazionali indipendenti, capaci di contrastare l’impunità e tutelare la dignità umana.
Riferimenti normativi
Statuto di Roma della Corte penale internazionale, 17 luglio 1998;
Carta delle Nazioni Unite, 26 giugno 1945;
Dichiarazioni dell’Ucraina ai sensi dell’art. 12(3) dello Statuto;
Mandato d’arresto CPI, 17 marzo 2023 (Putin e Lvova-Belova);
Convenzioni di Ginevra, 1949.
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