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Corte d'Assise di Venezia Sentenza n. 2/2024. Omicidio Giulia Cecchettin: la Corte d'Assise di Venezia condanna Filippo Turetta

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L’ergastolo a Turetta e il messaggio della Corte d'Assise di Venezia

Filippo Turetta in aula durante la pronuncia della condanna
Filippo Turetta in aula durante la pronuncia della condanna all'ergastolo da parte della Corte d'Assise di Venezia per l'omicidio di Giulia Cecchettin.

Introduzione

Con la sentenza n. 2/2024 depositata il 3 dicembre 2024, la Corte d'Assise di Venezia si è pronunciata sul drammatico omicidio di Giulia Cecchettin, condannando Filippo Turetta all'ergastolo. Una vicenda che ha toccato profondamente l’opinione pubblica, riaccendendo il dibattito sulla violenza di genere.

Il caso

Filippo Turetta era imputato per l’omicidio volontario aggravato di Giulia Cecchettin, avvenuto nel novembre 2023. Secondo l'accusa, l'omicidio si inseriva in un contesto di relazione affettiva terminata e caratterizzata da comportamenti possessivi e violenti.

Le aggravanti riconosciute riguardano la premeditazione, il rapporto di fidanzamento e i futili motivi.

La decisione della Corte d'Assise di Venezia

La Corte ha stabilito:

  • La piena responsabilità di Turetta per l’omicidio volontario aggravato;
  • La sussistenza della premeditazione e dei motivi futili;
  • Il rigetto di ogni attenuante generica.

La pena inflitta è l'ergastolo, quale massima espressione della risposta punitiva contro i femminicidi.

Implicazioni giuridiche

La sentenza assume particolare rilevanza per:

  • Il riconoscimento della centralità della tutela della persona nelle relazioni affettive;
  • L'applicazione rigorosa delle aggravanti nei reati contro la vita;
  • La riaffermazione della funzione esemplare della pena in materia di violenza di genere.

Conclusione

Con la sentenza n. 2/2024, la Corte d'Assise di Venezia ha voluto dare un segnale forte contro la violenza sulle donne, confermando l’importanza di una tutela effettiva dei diritti fondamentali e della dignità umana.

Collegamenti e riflessioni

La tutela dei diritti fondamentali nella detenzione è stata oggetto di attenzione anche nel caso Torreggiani e altri v. Italia, deciso dalla Corte EDU, che ha posto l’accento sulle condizioni di detenzione degradanti in violazione dell’art. 3 della CEDU.

Riferimenti normativi

  • Codice penale, art. 575 – Omicidio
  • Codice penale, art. 577 – Circostanze aggravanti speciali
  • CEDU, art. 3 – Proibizione della tortura e dei trattamenti inumani o degradanti
  • Sentenza Corte d'Assise di Venezia, n. 2/2024

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