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Visualizzazione dei post da maggio, 2025

Errori Giudiziari

. Quando la giustizia sbaglia: volti e numeri dell’errore giudiziario Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti durante la loro esecuzione sulla sedia elettrica. I volti contratti, le cinture serrate e l’atmosfera cupa esprimono la tragedia di uno dei più celebri errori giudiziari del Novecento. Michele Padovano, Beniamino Zuncheddu, Angelo Massaro, Giuseppe Gulotta, Enzo Tortora, Sacco e Vanzetti. Sono nomi diversi, lontani nel tempo e nello spazio, ma uniti da un filo tragico: essere stati accusati ingiustamente, processati, condannati. E poi… assolti. Ma a quale prezzo? Una ferita aperta nel cuore dello Stato di diritto L’errore giudiziario rappresenta il fallimento più profondo per ogni ordinamento democratico: condannare un innocente significa negare il diritto, tradire la verità, calpestare la dignità. Ma soprattutto, significa che qualcuno, da qualche parte nel sistema – investigativo, giudiziario, procedurale – ha sbagliato . Nel caso di Enzo Tortora, furono le dichiarazioni...

Cass., Sez. II pen., sent. n. 10371 del 2022. L’inattendibilità delle dichiarazioni della persona offesa

. Quando il dubbio è ragionevole: la Cassazione richiama i limiti del giudizio indiziario nella responsabilità penale Cass., Sez. II pen., sent. n. 10371 del 2022 – Difensore: Avv. Guido Contestabile Con la sentenza n. 10371/2022, la Corte di Cassazione torna a riflettere su un punto nevralgico del processo penale: l’insufficienza della motivazione nei casi fondati su presunzioni e la necessità di un rigoroso accertamento logico-fattuale della responsabilità individuale. Il caso Pierpaolo Antonucci era stato condannato dalla Corte d’Appello di Roma per la partecipazione a una violenta aggressione ai danni di Enrico Aurili, sulla base della ricostruzione dei fatti da parte della persona offesa e di alcune immagini estratte da un impianto di videosorveglianza. Il giudice d'appello aveva ritenuto verosimile che Antonucci si fosse unito agli altri tre aggressori — travisati e armati di bastoni — e che avesse partecipato all'aggressione, anche se le immagini lo ritraevano, po...

Cass. pen., Sez. V, sent. 10 aprile 2025, n. 14199 La bancarotta si giudica dal potere, non dal ruolo

. Bancarotta da operazioni dolose: non basta la carica se manca il potere Il martello del giudice e la statua della Giustizia: la Corte di Cassazione esige motivazioni fondate, non mere apparenze Cass. pen., Sez. V, sent. 10 aprile 2025, n. 14199 Introduzione Con la sentenza n. 14199/2025, la Quinta Sezione Penale della Corte di Cassazione torna a pronunciarsi sulla delicata questione della responsabilità per bancarotta da operazioni dolose in capo ai componenti dell’organo amministrativo formalmente investiti di cariche, ma privi di deleghe gestorie. Il caso in esame riguarda una presidente del Consiglio di Amministrazione di una società fallita, priva di poteri esecutivi, condannata per avere contribuito, secondo l’accusa, al dissesto patrimoniale dell'ente attraverso un sistematico inadempimento degli obblighi tributari. Il fatto L'imputata, A.A., era stata condannata per bancarotta impropria da operazioni dolose (art. 223, co. 2, n. 2 L.F.), poiché ritenuta corresp...

Corte di Cassazione n. 16073 del 28 aprile 2025 Quando il carcere è compatibile con la malattia. La Cassazione detta le condizioni

. Detenzione e salute: no al differimento pena se le cure sono assicurate in carcere Foto di Sailko,   CC BY-SA 3.0 , via Wikimedia Commons Introduzione Con la sentenza n. 16073 del 28 aprile 2025, la Prima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un detenuto affetto da patologie respiratorie, confermando il diniego del Tribunale di Sorveglianza di Ancona al differimento pena. La decisione ribadisce l’importanza della valutazione concreta della compatibilità tra il quadro clinico del condannato e il regime carcerario, anche alla luce della pericolosità sociale residua. La vicenda Il ricorrente, detenuto fino al 2027 per reato ostativo (art. 416-bis c.p.), aveva richiesto il differimento della pena, anche in regime di detenzione domiciliare, lamentando l’incompatibilità delle sue condizioni di salute con la permanenza in carcere. In particolare, lamentava la mancata possibilità di svolgere attività motoria prescritta dai medici e difficoltà respi...

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